La petizione firmata anche dal direttore del British Museum e da quello del Moma di New York.
«Dov'è il Palazzo Ducale?», si chiedono i turisti che visitano Venezia. «E' nascosto sotto tutti gli annunci pubblicitari», risponde Aldo Reato, presidente dell'ente Gondola veneziano.
E' in corso in questi giorni un acceso dibattito politico-culturale innescato dallo scambio epistolare fra personalità del mondo dell'arte e il governo italiano, riportata dalla stampa britannica. Oggetto della diatriba, gli edifici storici di Venezia coperti alla vista dei turisti.
Un gruppo di architetti e di esperti d'arte ha accusato infatti il governo italiano di permettere che molti palazzi del centro storico del capoluogo veneto siano coperti da pannelli pubblicitari. Il direttore del British Museum, del Victoria & Albert Museum e del Moma di New York sono alcuni fra i firmatari di una petizione in cui si chiede che il ministro alla Cultura italiano Sandro Bondi dichiari illegali le affissioni, in quanto «catturano la vista e rovinano l'esperienza di una delle più belle creazione del genere umano», come cita il quotidiano Guardian.
La lettera, pubblicata su Art Newspapwer in cui compaiono anche le firme di personaggi come l'architetto Norman Foster e i direttori dei musei di Boston, Dresda, Stoccolma e dell'Hermitage di San Pietroburgo, accusa il governo italiano di non rispettare la classifica dell'Unesco che pone Venezia come sito del patrimonio mondiale.
La storia comincia nel 2008 quando la mancanza di finanziamenti per il restauro degli edifici storici ha costretto il Comune ad offrire spazi pubblicitari sui pannelli che coprivano le impalcature dei palazzi che circondano piazza San Marco e lungo il Canal Grande. Quest'estate poi la situazione è precipitata quando una pubblicità della Coca Cola ha completamente oscurato la vista del Ponte dei Sospiri dietro Palazzo Ducale. A sollevare la questione un gruppo di ambientalisti locali: ora è soprannominato il "ponte dei cartelli", lo spazio pubblicitario è affittato a 40.000 euro al mese, e in questo periodo campeggia alta l'immagine dei gioielli di Bulgari.
A scatenare l'ira degli esperti d'arte è stata anche la decisione del Consiglio veneziano di illuminare i pannelli durante la notte. «Vi è ora un cerchio di luce intorno al campo da tennis a Santa Maria della Salute», ha spiegato Anna Somers Cocks presidente del fondo Venice in Peril che ha avvallato la lettera. «Così facendo portano via le tenebre meravigliose di Venezia», ha aggiunto, precisando che gli annunci potrebbero essere illegali secondo una legge italiana che vieta le pubblicità nel caso in cui rechino danno al decoro, all'aspetto e al godimento pubblico degli edifici del centro storico.
Informato solo venerdì dell'esistenza della lettera, il ministro Bondi ha lasciato detto che impegni presi in precedenza gli impedivano di rispondere. A intervenire è stato invece il sindaco veneziano Giorgio Orsoni, che si è detto stupito delle critiche: «I pannelli sono stati messi per la sicurezza e non vedo perchè, come in altre città italiane, non possano essere usati come pubblicità». Orsoni ha poi precisato che i 2,8 milioni di euro spesi per il rifacimento del Palazzo Ducale e del Ponte dei Sospiri sono interamente coperti dalle entrate pubblicitarie, dal momento che il Comune non ha più ricevuto finanziamenti pubblici da Roma.
Mentre il "Venice in Peril" continua a caldeggiare altre soluzioni, «altrimenti Venezia sarà completamente ricoperta da pannelli pubblicitari», una proposta è giunta dall'assessore al Bilancio della Regione Veneto, Roberto Ciambetti: utilizzare per il restauro le somme ricavate dalla vendita dei beni confiscati alle mafie.


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