Ecco gli 11 eurodeputati italiani assenti.
Nutella amara a Bruxelles. Il voto sul rapporto Sommer ha danneggiato la cioccolata più famosa del mondo, ma questa volta non è colpa solo dei mandarini europei. Bastava solo un voto per salvare la Ferrero. Ma alla conta mancavano 11 eurodeputati italiani, tra cui Luigi de Magistris, il leghista Scottà e molti del Pdl.
Il rapporto Sommer e, più precisamente, il famigerato emendamento 191 ha aperto la strada all’inserimento dei «profili nutrizionali» sul celebre barattolo. Il che significa che presto, come temono alla Ferrero, si potrebbe applicare alla crema più amata del pianeta la scritta che campeggia sui pacchetti delle bionde: «Nuoce gravemente alla salute». Per questo era così importante essere presenti nell’emiciclo di Strasburgo al momento della votazione. Già altre volte i «prodotti tipici » italiani, espressione della filosofia “slow food” del nostro Paese, sono stati messi alle corde da decisioni burocratiche, prese a Bruxelles da funzionari di altri Stati che conoscevano a memoria ogni singola pagina dei dossier. Dossier sui quali i nostri parlamentari invece sono troppo spesso carenti. E non è la prima volta che una votazione va storta per “palese assenteismo” degli eurodeputati italiani. Tra i banchi del Pdl spiccava il seggio vuoto di Alfredo Antoniozzi, di Erminia Mazzoni, di Cristiana Muscardini, di Licia Ronzulli, di Alfredo Pallone e di Potito Salatto.
L’Udc ha fatto sentire la sua mancanza tramite Antonello Antinoro e la Lega Nord con Giancarlo Scottà. Il Pd è mancato solo con Rosario Crocetta, superato dall’Idv, per il quale mancavano Luigi de Magistris e Vincenzo Iovine che probabilmente, come dicono al Riformistafonti da Bruxelles, avrebbero comunque votato contro la Nutella. Due eurodeputati “contro” però ci sono stati: Sonia Alfano dell’Idv e Leonardo Domenici del Pd. Loro hanno preferito perorare la causa dei “consumatori”, tanto cara all’Europa quanto solitamente consistente in “fuffa” allo stato dei fatti. Un deputato italiano (presente al momento del voto) ci dice che anche le ciliegie possono nuocere alla salute, se consumate in grossa quantità. E come dargli torto? Ma in un primo momento, il “club” dei consumatori, raccontano le nostre fonti, era riuscito anche a carpire il voto di Iva Zanicchi, che poi, però, è immediatamente rientrata nei ranghi delle indicazione di partito e ha votato per il “sì”. In realtà, l’idea di quelli che hanno votato per il “sì” è che i contrari all’emendamento 191 siano mossi più dagli interessi delle grandi multinazionali che non dalla reale attenzione alla vita dei consumatori europei.
La Nutella è un’azienda florida in tutto il mondo e il suo successo fa venire “l’acquolina” in bocca (è il caso di dire) a molti competitor che sperano, in questo modo, di veder diminuire la vendita del celebre barattolo, così amato anche da Nanni Moretti, tanto da dedicargli diverse scene di un suo film (Bianca). Abbattutti per la sconfitta e arrabbiati per un voto che poteva essere a loro favorevole con una unica “testa” in più. Ma ne sono mancate ben 11 di teste da parti degli italiani, e questa volta la Ferrero non ha alcuna intenzione di restare in silenzio e accettare il diktat di Strasburgo che equipara (di fatto) la cioccolata di nocciole alle sigarette. «Abbiamo intenzione di inviare una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con la lista degli eurodeputati che non erano presenti in aula. Nomi e cognomi che se avessero fatto il loro lavoro avrebbero potuto cambiare il destino di questo voto. E comunque non ci arrendiamo». Fonti del Riformista dalla Ferrero in Belgio, che desiderano restare anonime, non hanno alcun dubbio sul fatto che questo voto non resterà senza conseguenze.
La lettera per Berlusconi è già pronta e partirà nei prossimi giorni, «quando la buriana si sarà un po’ calmata», ci dicono. Fatto sta che non è la prima volta che il lavoro dei “lobbisti” italiani viene sconfitto dalla dura legge dell’assenteismo in aula. È successo recentemente con il “ratto del fritto di paranza”, dichiarato fuorilegge da una maggioranza di svedesi, finlandesi e quant’altro. Anche in quella situazione, molte le assenze sui banchi italiani. Seguendo la rigorosa logica delle etichette con i profili nutrizionali, ora ci dovremmo aspettare che anche al Tiramisù o al cono panna e cioccolata sia applicata la scritta: «può rendere obesi». Come qualsiasi cosa che “piaccia”, direbbe un dietologo alle prime armi. Ma quella della Nutella non è solo una questione di “salute” e di “dieta”, ma di business e di competizione sul mercato, che si vuole condurre a nome dei consumatori anche con mezzi sleali. E i competitor della Ferrero ringraziano i nostri 11 deputati assenteisti, per il regalo inaspettato.


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